martedì 8 settembre 2009

Donne, nemiche delle donne

A tratti rifletto sulla facilità delle persone di emettere giudizi, spesso trancianti, spesso definitivi, per cui non vale il "fino a prova contraria". Rifletto sulla pigrizia di usare il cervello, sulla ritenuta inutilità di pensare che, forse, esiste il rovescio della medaglia. E ancora una volta - e mi rendo conto di essere ripetitiva - il fatto di essere donna, in certi campi, fa sì che il senso unico sia la sola direzione obbligatoria.
La ministra Carfagna parla in questi giorni di machismo, eppure io penso che sia la mancanza di solidarietà femminile il vero male. Quella che, di fronte al pettegolezzo, fa cadere anche l'amicizia (va bene, fragile), quella che fa dubitare le madri (va bene, è il loro ruolo), quella che ti rende pietra di paragone con vite giuste e perfette (va bene, più facile vedere la pagliuzza nell'occhio altrui).
Ieri sera ero tra donne di diverse generazioni: una nonna, una madre e una figlia. La nonna ci ha raccontato di una sua compaesana che, anni fa, sospettò del tradimento del marito e cercò di indagare. Lo fece nella sua piccola comunità lacustre, cui il marito, scoperto ma combattivo, raccontò che la moglie stava impazzendo, anzi, che lo era, matta da legare. Che notiziola succulenta, devono aver pensato i compari, e soprattutto le comari, lì intente a parlarsi all'orecchio a bordo stradina, con la mano a coprire la bocca e lo sguardo puntato sull'ammattita.
Che peso hanno avuto quegli sguardi, e quelle passeggiate deviate al suo passaggio? Moltissimo, tanto da indurla a tagliarsi le vene. Soccorsa dal premuroso marito, la donna ottenne quello che si meritava: la reclusione all'allora manicomio di Novara.
C'è lieto fine, in questa storia? Dopo qualche tempo le suore capirono che la donna non era affatto matta e la rimandarono a casa. Il marito, non avendo altre vie di scampo, la ricoprì d'oro, comprando la coscienza di entrambi.
Non credo che da allora vissero felici e contenti, non credo che la storia fu dimenticata facilmente, non credo che le comari smisero di bisbigliare negli angoli. Di diverso da ora c'è solo la chiusura dei manicomi.

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