mercoledì 21 febbraio 2018

Sei il Massimo

Ogni tanto succede quel singolo episodio che va a scalfire l'involucro di pietra in cui ho chiuso il cuore. Bisogna pur difendersi dagli attacchi, anche se spesso vanno ugualmente a segno, come mi fa ben notare poi, presentando il conto, lo stomaco.
Il mio episodio di gioia si chiama Massimo.
Questa è una storia di gratitudine.

Massimo non ha più vent'anni e, per una serie di vicissitudini lavorative, nonostante sia di un paio di generazioni più avanti della mia, è finito nel frullatore della crisi. Ha perso il lavoro: un lavoro qualificato, un lavoro particolare, da manutentore di macchinari, con diverse certificazioni, con anni di esperienza alle spalle in diverse aziende. Ma lo ha perso.

L'ho incontrato quasi un anno fa, Massimo. Era quasi estate e abbiamo avuto un colloquio sulla sua professionalità. Un uomo pacato, gentile, con una voce piana. Semplicemente, mi ha parlato di sè. Gli abbiamo proposto un lavoro, un test per lui che si sarebbe aggiornato su altri macchinari e per l'azienda, che arrivava da una serie di incontri fallimentari, per quel ruolo. Sei mesi di contratto. Sei mesi a tempo determinato, dopo una vita di lavoro. Non molto, in effetti, se facciamo un passo indietro e guardiamo il quadro generale. Ma moltissimo per questo uomo gentile.

Il resto lo hanno fatto due elementi fondamentali, che credo siano molto sottovalutati: la pazienza di affrontare tutto da capo e la costanza di lavorare puntualmente, secondo le regole, ogni giorno, senza scuse. E ora, in questi giorni, Massimo sarà assunto direttamente dall'azienda che ha trovato in lui la gemma che mancava.

Ieri Massimo mi ha chiamato. Mi ha ringraziato e non so spiegare quello che le sua parole hanno mosso in me. Come hanno trapassato, attraverso la voce, quell'involucro di pietra. Come mi hanno commosso. Non so spiegare come sono contenta per lui.
Sono riuscita a realizzare un obiettivo che mi sono prefissa. Sono passata attraverso i miei mille mondi lavorativi spesso traumaticamente e mi sono sempre detta che no, avrei spezzato quel circolo, avrei cercato di aiutare come posso chi mi chiede aiuto. E lo faccio, quando posso: non mi tengo informazioni per me, condivido opportunità. Chi mi sta vicino lo sa.
Sapere di aver dato una certezza a Massimo è questo: l'universo che mi restituisce qualcosa.

La mia gratitudine va a lui, con tutto il cuore. Senza involucri di pietra.

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