giovedì 8 giugno 2017

Terremoti di pancetta

Non scrivo da un po' perchè c'era dell'ordine da fare. Dentro.
Però adesso lo faccio anche fuori, in casa, così a fine Giugno potrò finalmente dire di aver ricominciato a ricostruire dopo il terremoto emotivo che mi ha coinvolto.

Odio i terremoti emotivi. Li odio perchè non ho filtri, e offuscano l'unica dote che mi si riconosca un pochino. Tornare lucidi, ogni volta, è faticoso e come tutti cerco capri espiatori. L'ultima a farne le spese è stata un'amica di sempre, un'amica per sempre. Che per fortuna me lo ha buttato sul tavolo così, semplicemente, in una mezzanotte calda di Trento.

Combatto i territori emotivi con la condivisione. Però ultimamente è diventato difficile, nel senso che per molti è un esercizio disdicevole. A 38 anni compiuti mi sento come un'equilibrista che deve cercare di allargare le braccia il più possibile e tenere entrambi i piedi su una corda, nonostante i terremoti e nonostante i consigli non richiesti.

Però la condivisione serve, perchè chi mi vuole bene veramente sa che me ne vuole più di quanto io ne voglia a me stessa. Mi ama per le scelte giuste e sbagliate. Non mi giudica, perchè io non giudico loro. E' qualcosa che mi ha salvato.

Mi ha salvato anche in questi mesi in cui ho perso il senso di parecchie cose. Non ci sono state pause in cui rifugiarmi lasciando fuori il mondo, stavolta. Anzi, forse ancora di più ho affrontato tutto nonostante la perdita di identità che sto piano piano ritrovando.
Per mesi mi sono guardata allo specchio della camera senza sapere cosa stavo guardando: una ragazza o una donna non così tanto giovane? Una grassa o una normale? Una bassa? Una che va bene così per l'ufficio? Una bella o una brutta? Una perchè così tanto arrabbiata?

La condivisione mi ha dato delle risposte. Mi ha mostrato come e dove chiedere aiuto. Nella mia vita di tutti i giorni ho deciso di fare tante piccole cose per la prima volta, per poi scoprire in vacanza (anche questa fatta per me sola) e grazie a Valeria che esiste un libro apposta per me, che parla di me. Lo ha scritto Chiara Gamberale.
Lei, Valeria, ha passato con me quella settimana. Dormendo sul divano, dandomi il suo letto, e ribattendo ad ogni mia lamentela. Lei, Valeria, mi ha raccontato la prospettiva del suo nuovo luogo del cuore. Quando sono tornata e ho visto ancora tutte quelle macerie ho iniziato a ricostruire.

Oggi ho letto un articolo sul corpo delle donne. Ho scritto un commento su facebook, quello che è successo a me in quasi metà - ormai, ahimè - della mia vita. Lo penso veramente, l'ho condiviso, a qualcuno non piacerà. Me ne farò una ragione: ho un terremoto da rigovernare, con una costanza che ho imparato a scoprire.

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