lunedì 22 agosto 2016

Uno zar al giorno!

Sono finite, finalmente!
Lo ha detto mia madre ieri, quando le ho detto che all'una di notte ci sarebbe stata la cerimonia di chiusura.
Ma dai, perchè questa avversione?
Perchè ha sconvolto tutto: impossibile avere altre notizie...

Ha ragione. E che bello. Le Olimpiadi sono state una festa, allora. Capace di interrompere la routine, capace di essere davvero grande evento. Certo, non è più come quando ci si ritrovava tutti al bar a vedere quella partita. O ancora prima, quando non tutti avevano la tv. Ma l'evento è stato tale.

E non solo quello: anche gli atleti. Abbiamo scoperto persone straordinarie. Straordinariamente normali. E simpatiche! E il nostro idolo è subito diventato quello cui offriremmo una media nel nostro pub preferito, tatuato bestemmiatore dallo sguardo guerriero. O il ventenne che si gasa e gonfia il petto come un pischello all'aperitivo. O quello che, urtato, cade dalla bici e poi vince in pista sul favorito e piange a dirotto. O quello che fa volare la maschera e si piazza braccia al cielo davanti al pubblico prima che il giudice convalidi l'ultima stoccata.

Oh, simpatici proprio. Chi lo avrebbe mai detto. Ora, da bravi, tornate nelle vostre nicchie. Dove fare un altro mestiere per pagare il vostro costosissimo sport declassato quasi a hobby, o dove vi rifugiate sotto l'ala protettiva di qualche Arma perchè non ci sono altre possibilità.
Così, noi torneremo al nostro calcio fatto di capitani non capitani, discorsi preparati e riproposti in Italiani creativi a giornalisti che non fanno domande scomode, mandati in onda in trasmissioni in cui la sostanza è partecipare.
E tra quattro anni torneremo a stupirci di quanto spontanei siano i nostri Italiani in gara.

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