venerdì 18 gennaio 2013

Con tutto il rammarico

Ieri sera ho preso la metropolitana alle 22.30.
E ho odiato fin da subito il procuratore di Bergamo.
Perchè in me si è insinuato, come un filo di fumo lento e solitario, il sentimento dell'inquietudine.
Ho attraversato diametralmente la città sferica in poco meno di un'ora, aspettando il primo treno per 11 minuti e la coincidenza per altri 8. Come per ribadire, ancora una volta, quanto Milano sia pronta per l'Expo.
A Lambrate il sinuoso sentimento mi ha aggredito alle spalle. Eccoli lì, tutti i luoghi comuni della paura. Un uomo straniero seduto di fianco a me che olezzava d'aglio. Due ragazzi arabi in cappotto che ridevano poco più in là. Una piccola donna di mezza età sicura e invisibile. E io. Che ho serrato le gambe sotto la borsa del computer, enorme (a chiamarlo laptop gli si fa un favore ma ieri sera andava benissimo, nonostante la spalla lussata e la tracolla che ha cigolato ad ogni passo), ho tirato fuori il mio libro e ci ho piantato gli occhi, sperando di dare una spinta a quei 11 minuti di attesa.
Con tutto il rammarico, ha detto il procuratore di Bergamo, donne mai sole alla sera. E io ero sola. Single e sola. In gonna, per giunta. Nè troppo lunga, nè troppo corta, ma in jeans. Una gonna, ma come mi sarà venuto in mente? Per fortuna il piumino è a tre quarti. Ma le calze erano nere. Nero, che colore provocante. Calze di microfibra, ma se fossero state gialle, forse, sarebbe stato meglio. E vogliamo parlare degli stivali? 6 cm di tacco. Imperdonabile. Poi sono arrivati tre ragazzi e una ragazza. Ridevano, erano rilassanti. E sono saliti con me. La metropolitana era affollata, ma io avevo gli occhi inchiodati sul mio libro, il racconto di una donna rumena a tempi del periodo del terrore nazista. Il procuratore di Bergamo, con tutto il suo rammarico, avrebbe sorriso di soddisfazione.
Ma a Cadorna, negli 8 minuti di attesa, ho alzato gli occhi e mi sono accorta delle persone. Un buon numero di persone intente nella conclusione della loro serata, in modi diversi. Ho alzato gli occhi e l'ho vista. Una ragazza sul binario di fronte. Elegante cappotto color ghiaccio, guanti fino al gomito, gonna e stivali neri. E calze di pizzo. Di pizzo! La ragazza ha tirato fuori un libro, ha spostato il segnalibro e ha niziato a leggere. Ho cominciato a provare della soddisfazione io, questa volta. Per tutto il rammarico del procuratore di Bergamo. E poi davanti la lei è passata un'altra ragazza, con un bel tacco 12. Ma aveva il fidanzato per mano. Forse il contrito procuratore di Bergamo mi avrebbe detto che lei non vale, sono le donne sole, il problema.
Sono arrivata a Bonola quasi alle 23.30. Il sinuoso fumo della paura si era dissolto, anche se, grattando via il ghiaccio dalla mia auto completamente ricoperta, mi sono per un attimo guardata le spalle.
Sì, Milano è ancora molto lontana dall'essere una città europea. Ma i suoi cittadini la sognano e la desiderano fortemente più adulta, più emancipata. E poi c'è il procuratore di Bergamo, che più di tutti ha offeso i suoi, di cittadini. Con tutto il rammarico, si meriterebbe un bel vaffanculo.

Nessun commento: