venerdì 5 ottobre 2012

Love me do

Che dire.
Fimmina è.
Me lo anticipa la Fra che dopo che le ho fatto la sorpresa di apparire nel suo ufficio, e ne parlo con lei, la Saruzza, sorprendendo anche lei via skype, senza telecamera, anche se il giochino chi-sono-io-chi-sei-tu dura davvero poco. Femmina. D'altronde non può essere che così, ne conveniamo immediatamente. Una robusta essenza di donna che ha fatto correre a nascondersi tutti i cromosomi Y. Con Giulio che, ancora poco consapevolmente, non potrà far nulla di fronte a quel formidabile legame che si crea tra padre e figlia.
Lei è a Palermo ma vorrebbe essere qui, in questo giardino pubblico che sembra un giardino segreto, nascosto com'è in un cortile di corso San Gottardo, invisibile al di là del portone grigio. Perchè ha controllato l'ora e mi ha detto: questo è il tuo orario, l'orario del caffè. E invece di una voce che corre in due paia di cuffiette con il microfono vorrebbe esser lì, tra la scrivania e le poltroncine Ikea e la carta da parati argento e verde. Il caffè della Fra che resta la più piccola e che mi chiede della radio e che mi parla della sua casa e del pavimento a riscaldamento (chiaro, no? Quello, quello) e dei mobili e dell'anello di mamma.
E' una giornata da coccola, iniziata con il tagliando alla macchina (la topacar, non tanto perchè è l'auto della qui presente gnocca, ma perchè è talmente sporca che sembra creatura di fogna, porella lei) e con l'accoglienza di Martina, la segretaria dell'officina, che ingaggia un esilarante siparietto con il tecnico del computer lì presente senza essersi dimenticata, prima di aver insultato la stampante, di farmi in complimenti per la borsa.
Che è continuata con quelle scarpe comprate a topacar ricoverata. Con tacco, ovviamente, al posto delle tennis pensionate, una cosa scritta nelle stelle. E coronata con il pranzo in quel giappo sempre guardato solo di passaggio con la Fabi fortunosamente strappata per la pausa pranzo, in un'atmosfera da Kiss me Licia, due vicini di tavolo a tratti troopo poco silenziosi per non ascoltarci, il poster beneaugurante di un gatto con la zampa alzata di fianco ai due marrabbio con gli occhi a mandorla. Una gioia per il palato, un confronto, con quegli occhioni neri, rimandato troppo. Insomma, non ci si vede da una settimana!
E poi via, la radio, con un passaggio da quella magic woman della Sara, giusto per un ritocchino e la sua delicatezza di chiedermi come va (l'ultima volta che ci siamo viste perdevo pelle come un serpente in muta perenne). E intanto la foto di Federica, oggi sposa, degnamente festeggiata tra Magenta e Arona.
Una bimba, una casa, una storia archiviata, una sposa dal sorriso radioso.
Che dire.
Ci adoro.

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