giovedì 6 settembre 2012

L'erba del vicino

Hai voglia ad ammirare i Paesi nordici. E star lì a guardare classifiche, in cui occupiamo posti sempre più bassi. A consultare rilevazioni Istat, sondaggi demoscopici, dai di associazioni di industriali ecc.
Quello che manca è la cultura di base, quella che, senza bisogno di suggerimenti nè di forzature, dovrebbe dettarci automaticamente il senso civico, l'amore per il bene pubblico, il rispetto delle istituzioni e il contributo consapevole alla spesa pubblica.
Ho letto l'ultimo Gramellini di oggi che mi ha battuto sul tempo: non ramanzine, dice, ma l'esempio.
Ecco: allora, se in questo caso dovessimo cercare l'esempio, siamo (non saremmo, siamo) spacciati. Perchè quello che si chiede ad ogni singolo Italiano è una cosa, mostrandogli contemporaneamente, da decenni, tutta una serie di scappatoie alternative per non farlo. Paga, ma guarda come non lo faccio io. Non rubare, lo faccio io già alla grande. Ti rabbonisco parlandoti delle generazioni future, e mi lavo la coscienza chiedendo scusa se la mia generazione non ha fatto nulla, e ciao.
Siamo un popolo di sanzionatori a convenienza. Ognuno di noi lo diventa, a seconda delle situazioni, a seconda del momento.
E' un po' come funziona per i limiti di velocità. Invece di studiare le dinamiche del flusso del traffico, che si autoregola a seconda dei momenti della giornata, ti piazzano un limite che, nella maggior parte dei casi, se rispettato causa o un forte intralcio alla circolazione, o un vero e proprio pericolo. Poi arriva il giorno dell'autovelox e tac! Tutti fregati. Non importa poi se il limite di velocità è segnalato in perfetta corrispondenza dell'autovelox in questione e mai prima, e non importa se nel senso opposto lo stesso limite è ben segnalato ed è di 20 km/h in più. In un Comune, magari, che anni fa aveva un semaforo controllato con un tempo di giallo di mezzo secondo.
Ma siamo in Italia. Sì, eccolo, il luogo comune. Che ci sta tutto.

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