giovedì 19 aprile 2012

Amicici e topoloni

No, basta, niente post strappalacrime per la reunion degli ex agierrini. Ieri pomeriggio avevo l'animo della zia che non vede l'ora di rivedere le creature per tirar fuori il fazzoletto. La zia con la sediolina fuori dalla porta, vestita di nero, o con quelle camiciole dalla dubbia fantasia. Poi per fortuna è passato. Forse perchè pioveva, forse perchè il traffico milanese è un po' diverso da un bucolico paesaggio calabro che fa tanto bacio-bavoso-da-vecchia-zia. Forse perchè siamo ccciovani e siamo arrivati come rivoli in questa pizzeria luminosa e ampia da luoghi diversi, a orari diversi, coi piccoli al seguito, senza marito, con la fidanzata o senza (strano, mi sento chiamata in causa). Come stai, da quanto tempo? Giorni, mesi, un anno, forse di più, tutto annullato, azzerato in poco tempo. La radio? Ma com'è quello lì? Ti trasferisci? Ma tu un figlio? Stai lavorando? Lì mezzi allungati sul tavolo, a tratti con una giraffina in mano o con un cucciolo da rincorrere, ad aggiornare il file del nostro legame. A parlare di passato, anche, ovviamente. Di quel lavoro che ci ha riunito in massa in un momento in cui l'informazione radiofonica sembrava far la parte del leone, che ci ha messo insieme a dividere albe, pomeriggi, sere, mangiando untissimi take-away e facendo un casino da raduno universitario. A festeggiare insieme feste, compleanni, mondiali, unioni e divisioni.
Ma non è stato solo questo. Non siamo nostalgici da film in bianco e nerio. Di colore ce n'è stato ieri sera, ce n'è parecchio; c'è stato tanto presente, ed è stato uno spasso. E' questo il bello, fare il punto della situazione, capire dove siamo arrivati, sapere che siamo lì, in corsa, magari in punti diversi ma sulla stessa strada.

E' stata una fortuna incontrarvi. Sapere che ci siete, in modo diversi, è pura felicità.

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