martedì 28 dicembre 2010

Restart

Difficile sottrarsi alla tentazione di fare il bilancio di un anno.
E quindi non mi sottrarrò. Anzi. Più che volentieri.
E' stato un anno davvero importante per me. E nonostante la mia tendenza a dimenticare i particolari, come sanno bene i miei amici cui ripeto almeno un paio di volte tutto, è un 2010 che resterà. Nel bene e nel male.
Il mio ultimo lavoro radiofonico era terminato proprio alla fine del 2009. Un esordio a spasso, inquieto. Il picco negativo a marzo, mese tremendo, in cui sono crollate un bel po' di certezze. In cui ho chiuso porte, per mia volontà, in cui me ne sono arrivate in faccia, per volontà altrui. In cui per certi versi ho dovuto per forza ricominciare da capo, con me stessa, davvero da sola.
Eccome, se mi è servito. Non dimentico il mio stato d'animo, non lo dimenticherò mai. Non lo auguro a nessuno, neanche ai potenziali nemici. Ma mi è servito. Non dico di aver imparato, ma ne porto i segni.
Aprile è stato strepitoso, in confronto. Mi ha regalato una nuova partenza, che ho avviato a maggio, il mese che preferisco di più in assoluto. E poi è arrivata l'estate, giusto coronamento di un momento tanto positivo, quanto impegnativo. Per paura che tutto finisse, per paura di sbagliare, a ben vedere non me la sono neanche troppo goduta.
A settembre c'è stato il trasloco. Il mio sogno si è realizzato. La mia isola ora c'è, esiste, si popola piano piano. Il mio rifiugio dalle tempeste, l'angolo di pace, a volte il mio nascondiglio. Perchè quelle tempeste son tornate, perchè sul finire quest'anno è tornato rigido, in linea con la temperatura esterna.
Secondo chi, per mestiere, consulta le stelle, quello che verrà nel 2011 sarà bellissimo, sotto tutti gli aspetti e getterà le basi per un 2012 ancora migliore. Forse non c'era bisogno di consultarli: lo so già, lo so sempre. Abituata alle ripartenze, ne colgo naturalmente gli stimoli. Ho ben saldo dentro di me il significato della parola valore: quello da dimostrare, quello da seguire fin dall'inizio, quello da ricevere sottoforma di esperienze altrui. "Sembra facile, e invece non lo è, quasi mai". E' l'esordio di una bella canzone. Perchè ci vuole sempre una gran forza. Ma se questa c'è, è una spesa che son ben felice di fare.

post scriptum post.
Continuo a non augurare niente di quello che ho passato io nemmeno ai potenziali nemici. Ma, essendo nemici, non darei loro neanche un'idea del sollievo che mi hanno regalato le persone che mi hanno aiutato, in certo momenti. In un cinema, davanti a un caffè o all'ennesima birra, seduti in un angolo di una panetteria, sul divano di una casa, a notte fonda. Dal vivo e al telefono.

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