lunedì 1 novembre 2010

Fette di jambòn

Sì, davvero, è un Paese molto strano, il nostro. Siamo scandalizzati per una sordida storiella che non fa altro che riconfermare la sex-addiction del nostro premier. Anche se a forza di smentite e di negazioni c'è ancora qualcuno tra noi che quasi quasi non ci crede. Ma continuiamo a restare schiacciati da uno stipendio che non basta più, dalla disoccupazione, dalle crisi che investono tutti i settori possibili e immagibili, dalle spese ridotte all'essenziale, dal taglio del superfluo, da parlamentari che badano solo a salvaguardare il proprio culetto sorvolando su tutto questo.
Però. Forse ci voleva qualcosa a muovere lo schifo dal profondo per scuoterci. Forse qualcosa che colpisce...come dire...lo stomaco come un pugno per svegliarci dal letargo, guardare oltre il giochetto delle tre carte che ci nasconde una realtà un po' puzzolente (e a Napoli ne sanno qualcosa).
Anzi, molto spesso è bastato solo il contrario. Un comportamento che non ci piace offusca il resto. E' come un collega, un professionista del suo mestiere, che però non riesci ad apprezzare per i suoi modi di fare. Ti fermi lì alla sensazione e non riesci a guardare oltre, anche sforzandoti.
Oggi anche i francesi scrivono di noi. Sì, quei maledetti, quegli odiati, quegli insopportabili snob per antonomasia. "Ad essere colpita non è solo l'immagine del presidente del Consiglio, ma l'immagine dell'Italia", pubblica Le Monde. "Il ripetersi degli scandali giudiziari e sessuali pone una questione legata alla dignità".
Ad un tratto, mi sono accorta che tutti i francesi che ho incontrato nella vita sono delle brave persone.

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