domenica 15 maggio 2022

Ascolto, rispetto, curiosità

Il mio primo progetto scolastico è finito. Due mesi, tra fine Marzo e metà Maggio, a rafforzare l'Italiano di un gruppo di studenti stranieri sparsi tra elementari e medie di un paese della provincia di Milano, a pochi passi da me. 

Quante volte ci avevo pensato in passato, di fare un progetto a scuola? Tante. Ma con le idee un po' confuse. Il giornalismo? La dizione legata al teatro (condiviso con un attore)? Di uno di questi avevo anche incontrato una responsabile di una scuola superiore, anni fa, ma non avevamo trovato una quadra. E poi i corsi serali nei paesi...sì, ma come? E cosa? E poi si insinuava sempre quel dubbio di non esserne davvero all'altezza...

Ma stavolta è stato differente. Stavolta, a mano a mano che la mia ansia diminuiva e i giorni si srotolavano, il programma è apparso chiaro, piano e lineare. Solo, da adattare alle piccole velocità di ognuno dei ragazzi, tutti diversi. Oggi ho scritto la relazione finale per la mia eccezionale professoressa Anna e mi sono resa conto ancora di più di quanta ricchezza è arrivata da ognuno di loro, che in modi del tutto personali hanno vinto le loro insicurezze, le loro paure, e mi hanno mostrato una vitalità a tratti difficile da controllare, ed è stata quest'ultima la parte più difficile. E' quest'ultima che mi fa dubitare di essere - in ogni caso - una brava insegnante.

Chissà cosa succederà in futuro. So solo che, di sicuro, ho conquistato i colleghi, che qui e altrove, in occasione dell'altra supplenza, mi chiedono di tornare a dare disponibilità al più presto. E' un mondo strano, il pubblico, dove convivono disparità pazzesche, ma che attingono alle forze "fresche" (e se sono fresca io..) come acqua nel deserto. Vedremo.

Chissà anche cosa ho lasciato ai ragazzi, che ora hanno un altro mesetto per capire se hanno davvero qualche strumento in più per capire meglio cosa si dice in classe. Di sicuro una lezione finale in cui ho chiesto di andare piano, a scrivere e memorizzare, in un momento storico in cui anche loro sono già multitasking e ragionano per icone da aprire.
Ascolto, perchè non lo fanno. Non si ascoltano nemmeno tra di loro.
Rispetto, perchè conoscendo le regole della scuola possono fare gruppo, fare classe, superare le loro differenze senza annullarle.
Curiosità. Guardare sempre oltre, e anche un po' di lato, chiedendo ai genitori di non smettere di parlare la loro lingua di origine, di non perderla mai.

Abbiamo avuto la fortuna di incontrarci qui, lontano dalle guerre, sani e salvi. E questo già ci ha fatto un po' sorridere.

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