mercoledì 11 luglio 2018

Un Caos di lavoro

Un po' come in Caos Calmo, ieri sera ho provato a fare una lista. Quella dei lavori svolti fino a questo momento. La cosa mi ha divertito parecchio, anche perchè ho richiamato alla memoria colleghi, amici, situazioni belle e brutte e grottesche. Non sono sicura di ricordare tutto; già con questo esercizio ho richiamato alla mente alcuni episodi che avevo rimosso.

Ho montato parti di lampadari in un laboratorio.
Per 11 anni, ho partecipato ad un bellissimo progetto di sport nelle scuole primarie.
Ho cantato ad un paio di matrimoni.
Ho fatto la cameriera in un pub, di sera, e anni dopo a mezzogiorno.
Ho dato valanghe di ripetizioni, soprattutto di Latino, ma non solo, a ragazzi di tutte le età.
Sono stata commessa alla Conbipel, e anni dopo in un altro negozio molto più piccolo.
Ho scritto per 11 anni su un giornale locale, ogni settimana.
Sono stata reclutata per il Censimento del 2001, poi negli anni sono stata scrutatrice e segretaria di seggio.
Per un blog di tecnologia, ho scritto sei post al giorno per tre mesi.
Capitolo "una vita da promoter": reggiseni, forni microonde, cellulari, mp3, fotocamere e videocamere, cofanetti regalo, tv di due case diverse. Per la Sony, la promozione del 3D al cinema Arcobaleno di Melzo, per un mese. Mi sfugge sicuramente qualcosa.
Ho imparato a fare la receptionist e il back office per uno showroom di design. Anni dopo, centralino in super centro (di fianco alla Scala!) e un bel lavoro al Fuorisalone.
Ho sfiorato la vendita porta a porta di libri, per fortuna.
Ho controllato le spedizioni in un'azienda di confezioni natalizie.
Sono stata redattrice per un'agenzia giornalistica: il primo lavoro appena dopo la laurea e grazie a questa.
Analista televisiva per Rai3 per alcune stagioni (quattro?)
Ho fatto accoglienza per Canon, e poi un lavoro in Fiera per un prototipo. Ho imbustato migliaia di lettere in un'azienda di grafiche.
Ho lavorato in un punto Snai.
Sono tornata a parlare alla radio in un'altra cooperativa di giornalisti.
Ho diretto un mensile sul Legnanese/Abbiatense.
Ho girato un servizio con una telecamera nascosta per Sky.
Ho svolto consulenza di comunicazione in una piccola agenzia. Per un'altra agenzia, sono stata copy e commerciale, curando anche una rivista online sulle piccole case editrici.
Sono stata redattrice in una web tv.
Ho pubblicato su un settimanale nazionale; un'altra notizia scritta all'Ansa è stata ribattuta e pubblicata sul quotidiano di Bergamo. Ho scritto brevemente per un altro settimanale locale.
Per una scuola di lingue e consulenza linguistica mi sono sforzata di fare la commerciale (con scarsissimi risultati!).
Sono stata redattrice in una radio nazionale.
Ho lavorato per un programma televisivo pilota.
Ho insegnato Storia e Geografia alle scuole medie.
Ho elaborato un database per la ristorazione.
Ho incartato bicchieri preziosi per un'eccellenza del vetro al Salone del Mobile.
Sono stata consulente per un progetto sportivo. Ho curato gli articoli e l'impaginazione di un giornale distribuito allo stadio.
Ho iniziato tre anni fa come project manager nella più grande agenzia per il lavoro d'Italia.
Ho tenuto un corso al Coni per la FIP. Sono stata una brevissima ufficio stampa per Hockey Milano Rossoblu.
Scrivo testi per siti internet, a tratti curo social.

Tralascio tutto quello per cui non sono stata retribuita, perchè anche io sono un pollo e ci sono cascata, più volte. Di quello che invece ho volutamente svolto a titolo gratuito, ricordo con soddisfazione i miei 9 anni da steward allo stadio e le presentazioni di alcuni libri e di alcune serate.

Guardo questa lista e mi torna il buonumore, quello che perdo quando mi investe il cattivo sentimento di taluni. Mi torna il buonumore perchè ognuna di queste occupazioni mi ha dato qualcosa, e non parlo di denaro. Mi ha insegnato che il lavoro ha ovunque pari dignità. Il lavoro mi ha permesso di comprare il primo cellulare, la prima macchina, la prima casa. Mi ha pagato l'Esame di Stato, mi ha permesso di insegnare. Quando è mancato, mi ha chiuso in casa. Quando non c'è stato, mi ha spinto a cercarlo chiedendo aiuto il meno possibile. Mi ha fatto conoscere molte persone, cui voglio bene. Alcune di loro sono diventate pezzi della mia anima.
Mi ha permesso di viaggiare, ha alimentato la mia curiosità, anche nei momenti più difficili. Mi permette di donare e restituire all'universo un piccolo pezzetto di fortuna di essere nata in un Paese libero.

Quello che il lavoro significa per me è talmente centrale, che il destino ha voluto farmi approdare in un'azienda che se ne occupa, ma da sempre ho condiviso opportunità e spunti. E' un bene che credo debba stare sempre in circolo, che debba fiorire dopo aver ben seminato. E' un valore.

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