domenica 18 dicembre 2016

Un bacio fino a te, nonna Adriana

Non so che cosa dirti, 2016, che tanto hai dato, e tanto hai tolto. Non so cosa dire, e allora scrivo, perchè è l'unico mezzo che ho per mettere ordine a questo gomitolo di pensieri.

Mi ha chiamato Luigi, oggi. Tre volte, perchè le prime due non le ho sentite.
Tre volte, per dirmi che Adriana ha deciso di andarsene.
"E' venuta a mancare", mi ha detto. Ecco, l'espressione più sbagliata per lei, che era tutto tranne che mancante in spirito e presenza.
Ha avuto la polmonite ed è stata a lungo in ospedale. Ma l'aveva superata ed era tornata a casa. Ma non nella sua (al terzo piano senza ascensore), perchè era comunque debole. Roberto se l'è portata a casa. E stamattina ha chiesto di starsene a letto ancora un pochino, quando l'hanno chiamata per il caffè.

Ieri aveva guardato la partita, la nostra grande interista tesserata da oltre 75 anni. E la nostra squadra ha anche vinto. Non mancava mai di parlarmi dello stadio e dell'Inter, quando l'ho chiamata. E ora, non mi perdonerò mai questa fretta matta che ho nella mia vita (nella nostra vita) per non essere passata a trovarla, per non aver ascoltato ancora una volta i suoi aneddoti ma anche le sue considerazioni sul corso port Moratti.

Mi piace immaginarti nella tua piccola cucina a prepararmi il coniglio in due modi diversi. E poi dirmi che dovevi uscire a prendere quella nuova metropolitana così comoda per andare a San Siro, avvolta in quegli abiti sartoriali che avevi confezionato tu stessa, perfettamente stirati e ordinati nell'armadio.

Sì, forse per un caffè c'è sempre tempo. Spero, però, che tu possa perdonare di aver rimandato troppo a lungo. Perdonami tu, se puoi, e insegnami a smettere di posticipare. E grazie, per avermi voluto bene da subito. Un bacio fin lì, dove sei volata con gli altri splendidi angeli del mio cuore.

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