mercoledì 28 dicembre 2016

Maleducazione, rabbiosa maleducazione

C'è una scuola media di una provincia di questa Italia che ha un discreto numero di classi. Non tante, in realtà: due per anno. La scuola ha due piani, delle aule per le attività particolari, una palestra, una mensa. Non manca nulla. E' una scuola ideale: non eccezionale, non con particolari emergenze.

In questa scuola media la maggior parte degli studenti rispecchiano la loro età: un po' più maliziosi di un paio di generazioni fa, con social oceanici e telefonino, i canali Youtube preferiti. Non eccezionali, non disastrati. Poi ci sono quelli con esigenze particolari, che sempre fino a due generazioni fa nessuno avrebbe dotato di strumenti particolari per studiare, per svolgere le verifiche, o nemmeno di affiancamento, salvo rarissime eccezioni. E' bello pensare che tutti partano da un punto zero che che tutti abbiano accesso alla progressione personale, fin dove arriveranno, senza però ostacoli iniziali.

Ci sono i più deboli, e ci sono anche i più forti. E, tra questi, ci sono i forti che creano loro degli ostacoli. In questa scuola ideale ce n'è uno, in particolare, che causa molti problemi, a tutti. E' violento in classe e fuori, non rispetta le autorità, non rispetta i suoi compagni. Insulta le bidelle. Prende più note al giorno. Sradica porte in bagno. Rutta in faccia alle persone. Influenza tutta la sua classe.

Nella scuola di oggi non si può fare nulla, se non aggiungere note sulle note degli altri. Se non invocare la presidenza, poi mandare in presidenza, poi chiamare a casa, poi fare arrivare i genitori, poi assistere all'uscita dalla scuola del papà che lo prende a calci.

Apprezzo immensamente le campagne contro il bullismo. Non bastano mai. Sono fatte bene e servono a far riflettere. Insieme ai rischi della rete, possono generare domande su come ci si vedrà tra dieci anni, ma anche nel più breve periodo. Questi nidi caldi e sicuri, questi regni incontrastati si infrangono già al passo successivo, in un liceo o in un istituto in un'altra città. O alimentano, chi lo sa, con il rischio che quello che darà pedate non sarà necessariamente il più vecchio, se va bene.

Adesso però cosa abbiamo? Persone ferite che devono svolgere il loro lavoro ogni giorno, programmi danneggiati, tanta impotenza. Non si può fare nulla. O sì? Quello che si dovrebbe fare non è lecito.
In un mondo ideale, le scuole ideali non sarebbero queste.

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