La filiale di Intesa Sanpaolo di Santo Stefano Ticino chiude.
Stavolta non è una chiacchiera di paese: c'è l'accorpamento con altre sul territorio, nella fattispecie con la sede centrale di Magenta, quella al fianco della Cattedrale di San Martino, e poi, con calma, se i titolari del conto vorranno, potranno fare richiesta di spostamento su altre sedi.
La voce della chiusura è corsa altre volte, a Santo Stefano Ticino. Altri cambiamenti ci sono stati, ma non per questa, che è nipote e poi figlia dell'originario Banco Lariano. Perchè è questo che resta nella memoria storica del paese, gli anziani: due sabati fa, passata a far colazione e a passeggiare per le vie con gli amici, una donna ci ha parlato proprio di questo. E ora come faremo con il Banco Lariano? Là a Magenta non è nemmeno facile parcheggiare, per mio nipote.
Abbiamo sorriso, ovviamente. Ma per un paese di seimila abitanti con una bella composizione over 65 è una riflessione da tenere. Ci sono persone che non useranno mai l'app, mai. E il rischio, per altre, è di perdere di vista il loro patrimonio, demandandone la gestione ad altri. Per certi servizi la prossemica è importante, è fondamentale averli vicini perchè essi funzionano.
Eravamo in tre, su quel marciapiede al sole, tra la cartoleria e la banca, a guardare quel largo spazio che dal 15 Dicembre resterà vuoto, dopo decenni. Chissà cosa potrà arrivare al suo posto, vista la scarsa attrattiva dei piccoli centri. E anche per noi under 65 ci sarà comunque un passaggio in più che ci porta al di fuori di queste strade, in un paese che è sempre stato vivissimo e che inizia, da qualche tempo, a somigliare un po' a degli stalli di sosta.
Mi piace pensare che questa corsa allo svuotamento si arresterà di colpo e che ricomincerà a essere in tutti noi fortissima l'urgenza di guardarci negli occhi. Lo so, è un atteggiamento decisamente mediterraneo, poco "europeo" e che dovrebbe riguardare solo la sfera delle relazioni, ma per il nostro DNA tutto passa dal contatto e questa perdita sta avendo spiacevoli effetti collaterali.
E dunque, viva il Banco Lariano!
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