giovedì 21 novembre 2024

Sarà sempre il Banco Lariano

La filiale di Intesa Sanpaolo di Santo Stefano Ticino chiude. 
Stavolta non è una chiacchiera di paese: c'è l'accorpamento con altre sul territorio, nella fattispecie con la sede centrale di Magenta, quella al fianco della Cattedrale di San Martino, e poi, con calma, se i titolari del conto vorranno, potranno fare richiesta di spostamento su altre sedi. 

La voce della chiusura è corsa altre volte, a Santo Stefano Ticino. Altri cambiamenti ci sono stati, ma non per questa, che è nipote e poi figlia dell'originario Banco Lariano. Perchè è questo che resta nella memoria storica del paese, gli anziani: due sabati fa, passata a far colazione e a passeggiare per le vie con gli amici, una donna ci ha parlato proprio di questo. E ora come faremo con il Banco Lariano? Là a Magenta non è nemmeno facile parcheggiare, per mio nipote.

Abbiamo sorriso, ovviamente. Ma per un paese di seimila abitanti con una bella composizione over 65 è una riflessione da tenere. Ci sono persone che non useranno mai l'app, mai. E il rischio, per altre, è di perdere di vista il loro patrimonio, demandandone la gestione ad altri. Per certi servizi la prossemica è importante, è fondamentale averli vicini perchè essi funzionano. 

Eravamo in tre, su quel marciapiede al sole, tra la cartoleria e la banca, a guardare quel largo spazio che dal 15 Dicembre resterà vuoto, dopo decenni. Chissà cosa potrà arrivare al suo posto, vista la scarsa attrattiva dei piccoli centri. E anche per noi under 65 ci sarà comunque un passaggio in più che ci porta al di fuori di queste strade, in un paese che è sempre stato vivissimo e che inizia, da qualche tempo, a somigliare un po' a degli stalli di sosta. 

Mi piace pensare che questa corsa allo svuotamento si arresterà di colpo e che ricomincerà a essere in tutti noi fortissima l'urgenza di guardarci negli occhi. Lo so, è un atteggiamento decisamente mediterraneo, poco "europeo" e che dovrebbe riguardare solo la sfera delle relazioni, ma per il nostro DNA tutto passa dal contatto e questa perdita sta avendo spiacevoli effetti collaterali. 

E dunque, viva il Banco Lariano!

martedì 19 novembre 2024

Non scrivo più

 Non scrivo più. 

Le uniche mie note scritte su post it, agende, calendari e fogli volanti riguardano solo il lavoro, e non sono più nemmeno rinchiusi in ordine (no, bell'ordine da mai, ad essere onesta) in un'unica agendina, poi messa via e sostituita dalla successiva. 

Ho perso la consequenzialità. Ma ho perso anche una grande parte di me. O forse è nascosta; ecco, sì, diciamo che si è andata a nascondere molto bene. Era quella capacità di dare al pensiero una forma in un modo che è solo mio. Fatto di immagini, metafore, periodi brevi e lunghi insieme. Nel dormiveglia pensavo a frasi da mettere giù. Ho scritto nella mente mille incipit di un libro che non ha mai visto la luce e ho usato diversi tovaglioli di carta come spunto, le note del cellulare, anche. 
E ora? Non scrivo più nemmeno per me stessa, nelle agende mensili, di incontri e fatti che mi hanno spostato il battito del cuore di qualche millimetro. Sì, mi stupisco sempre e mi commuovo anche di più, ma se prima all'emozione seguivano parole, ora faccio fatica a vederle comparire su uno schermo, a vederle scorrere sulla carta. 
Sono anche a secco. Ho sempre scritto di getto, in pochissimo tempo, e mi sono sempre chiesta se, in un ipotetico mestiere scrittorio che è arrivato sì, ma non a grandissimi volumi come avrei desiderato, la "gestione di una commessa" avrebbe inibito questo sgorgare spontaneo. E ora mi ritrovo spesso davanti a un foglio bianco, senza sapere come iniziare. Perchè iniziare. 
E' una secca legata a questo mare di legno, ho interiorizzato questa aridità? E' una possibilità che non riesco davvero ad accettare. 

E allora direi che è giunto il momento di fare qualche esercizio. Come il cardio sulla cyclette, i pesetti del mattino, anche scrivere rientrerà nella lista delle cose da fare per mantenermi in forma, dentro. Con la speranza che ritorni ad essere un'abitudine spontanea, fulminea, piena di immagini. C'è sempre molto da dire in questo continuo mutamento. E' ora di stanare il nascondiglio.