Mi aveva scritto l'assessora qualche giorno prima, per
mandarmi un invito. Abbiamo un rapporto di grande stima reciproca e di
collaborazione, di quel tipo che avevo in numero maggiore quando mi occupavo
della cronaca locale in modo più attivo, e non sporadico. Ieri sera lei mi ha
ricordato che, nonostante i giri della vita, certi piccoli riconoscimenti non
mancano.
L'invito era, dunque, nella sempre splendida Casa Giacobbe,
per la presentazione di un progetto di raccolta di storie, quelle che da
sempre, a mio parere, dovrebbero stare al centro di tutte le attività politiche,
sociali, imprenditoriali di sempre. E riguarda le donne.
Mariarosa Cuciniello ha lanciato questo progetto che verrà
poi presentato il prossimo 8 marzo: da ieri, ad un link dedicato, il Comune di
Magenta raccoglie storie di magentine, o di non cittadine che hanno avuto però
molto a che fare con la città, che hanno un vissuto di valore. Il bello è che
questo vissuto non deve essere qualcosa legato per forza al successo, alla
ricchezza o al prestigio. L'intento è quello di parlare di persone che hanno,
nella loro vita, costruito un esempio anche inconsapevole da seguire.
La bellezza di questo progetto sta tutto qui, nel taglio
suggerito. Piccoli racconti di vita, anche parziali, anche solo di episodi, di
donne che probabilmente non hanno nemmeno idea dell'eredità che hanno lasciato;
una capacità di "sfruttare" i propri talenti che riesce bene, invece
alla parte maschile, specie in periodi storici in cui la carriera, e di
conseguenza questa valorizzazione, non era prevista alla sfera femminile. Il
progetto, infatti, si focalizza sulle nate tra il 1830 e il 1975. Un recupero della
memoria sociale di Magenta che non escluda chi ne ha fatta la storia, insieme,
al fianco di chi ha avuto più naturalmente visibilità.
Ed è per questo che certi rilievi di ieri sera mi hanno
fatto sorridere. Di questi tempi, ogni iniziativa viene passata al vaglio di
una critica inutile. Ho scoperto che, in psicologia, si chiama confronto
vantaggioso: e allora perché non tutti? E allora perché non recuperare le
storie dei San Martino d'Oro?
Forse sfugge un piccolo particolare, che è solo dato dal
fatto di aver guardato le cose, in senso lato, sempre e solo da un'unica
prospettiva. Le storie delle donne ci riguardano. Riguardano tutti noi. E
infatti tutti ne possono scrivere, da qualsiasi parte del pianeta.
Per quel che mi riguarda, ho bene in mente alcune magentine che ammiro, e ho già stimolato altre persone a scriverci su. A me, è lampante, non serve alcun pungolo, ma solo un foglio bianco da iniziare.

1 commento:
Complimenti alla mia carissima giornalista 😉😘😘
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