martedì 13 agosto 2024

Non mi ritorni in mente

La mia memoria non è più infallibile. Sì, succede a tutti, ma il momento in cui ognuno di noi lo realizza spesso causa sconforto. Dopo la sopresa iniziale, ho cercato di capire perchè il mio cervello non ripesca le sue informazioni come sempre, come prima. 

Ho iniziato a perdere colpi da tempo. Ho letto da qualche parte che molte cose si cementano meglio quando le racconti a qualcuno, e sarebbe la ragione principale della perdita dei nostri ricordi d'infanzia; è il gancio giusto, l'assist perfetto. E in effetti passo così tanto tempo da sola da poter avvalorare questa ipotesi, a meno che non le racconti al muro, al soffitto, allo specchio, al fornello. L'effetto collaterale, quando mi trovo in compagnia di altre persone, sta diventando quello di ammorbarle alla prima occasione, specialmente se mi chiedono di stadi e radio. Ecco, lì non sono nemmeno zia, ma proprio nonna: inizio a raccontare aneddoti a caso di calciatori e di cantanti e gli altri mi guardano straniti, chiedendosi se sono davvero accaduti. Ho fatto fuori la mia compagnia di Magenta così: adesso mi evitano tutti come la peste e, progressivamente, ai silenzi imbarazzati sono subentrati impegni vari. E dire che una volta mi ritenevo una ragazza divertente...

Ho sempre scritto molto, ovunque. Ho quaderni di lavoro in mezzo ai libri di casa, agende tutte iniziate e le mie Smemo in cantina. Sono tante finestre, aprirle mi riporta all'oratorio, ai luoghi vicini e lontani, alle situazioni risolte, più o meno. Ma ho perso volti e nomi associati in un minuto, ho perso pezzi di vacanze, ho perso quadri, cibi, collegamenti che potrebbero tornare utili. 

Lucidità, mi verrebbe da dire, d'acchito. Ma poi mi rendo conto che il cervello mi ha protetto innumerevoli volte, perchè ha selezionato un milione di situazioni dolorose e le ha messe in un archivio circondato dalla nebbia. All'improvviso, dimenticare nomi e fatti, anche nel bel mezzo di un discorso da nonna, ha perso tutto lo sconforto e si è trasformato in sollievo. Succede così, in una vita di fortuna alterna, o semplicemente fortuna, che per i miei amati latini non sempre era favorevole. 

Diventare fallibili è fantastico. Riposante. La coperta per le ginocchia della nonna.

lunedì 12 agosto 2024

L'incanto sarà godersi un po' la strada

Non so, ma non mi immaginavo così venti anni fa. 

Lo so, amica mia. Cresciuta con me nella stessa classe, poi in sezioni differenti, treni coincidenti, canti della domenica, oratorio e amici in comune a secchiate. Le battute parlano da un peso che ci tiene il baricentro basso, noi che abbiamo sempre stambeccato parecchio, tra migliaia di ore di sonno perse e lavori invadenti. E si allarga, perchè il pensiero è stranamente lo stesso, e non solo mio e tuo. 
Sì: a volte ci sembra che "agli altri" certe cose non accadono, ma forse "gli altri" hanno capacità di simulazione differenti, o hanno patteggiato con più o meno dolore. Ma questi alti e bassi della vita ci riguardano in massa. 

Sì, ci godremo la geriatria. Con il catetere, forse, riusciremo a pretendere che qualcuno ci aiuti. Ci porga il braccio sulla nave da crociera, ci porti fino alla spiaggia nei nostri costumoni contenutivi e - beh - la cannuccia resterà sempre la stessa. Mi immagino come la vecchia che Carrie incontra al diner, quella che trita lo psicofarmaco sul gelato per sballarsi. Non servirebbe nemmeno la dentiera, amica. 

Però, se ci pensi bene, non siamo ancora a quel punto. Quando le cose vanno male, quando ti sembra di aver sempre una montagna da scalare e ti si mozza il fiato come quando sei in carenza di ossigeno, si fatica anche a pensare cosa faremo domani. Ma è - appunto - solo una sensazione. Il segreto è comunque pianificare e non lasciare che quella immobilità si impossessi del tutto di te, facendoti pensare che "tanto è tutto inutile". Da super pigra, questo pensiero mi ha sempre, comunque, fatto molta, molta paura. 

Forse, per lasciar cadere le zavorre dalle nostre mongolfiere piene di colori, dobbiamo solo guardare avanti. La vita ha un milione di stagioni, molte di più di quelle che un anno solare ci propone. Un milione di possibilità di viverla. La nostra pelle muta forma e colore così facilmente da sbalordirci. I tuoi figli cresceranno, io finirò il mutuo, e chissà. Forse continueremo ad asciugarci lacrime in un angolo del negozio, forse avremo nuovi ostacoli. E torneremo a scavalcarli, goffe o atletiche.

Guardiamo avanti, amica. Avanti di un passo, ancora senza bastoni!

La gioia è il nostro obiettivo di ora, e di sempre.
Poi arriveremo alla geriatria, certo, con il catetere e tutto il resto. 
Per sorridere anche senza denti.